Il bosco delle cose
Il bosco delle cose
Ozzano Taro – Museo Guatelli
“Museo dell’ovvio” e “Museo del quotidiano” così definiva la sua creatura Ettore Guatelli.
Le storie degli oggetti
Maestro elementare, dal dopoguerra ha raccolto utensili e oggetti correlati alla vita contadina. Raccoglieva tutto quello che veniva velocemente accantonato perché non più utile in un momento di profondo e veloce cambiamento. Raccolti nella casa colonica di famiglia, gli oggetti più preziosi sono raggruppati per generi nelle varie stanze, dalla camera da letto all’ampio fienile; i più ingombranti come i carri o le trebbiatrici nel cortile. Gli oltre 60.000 esemplari sono disposti in modo scenografico e spettacolare, appesi al soffitto o fissati ai muri, e descrivere quegli interni è impossibile: a caso posso ricordare quaderni di scuola e appunti popolari di cucina, scatole di latta contenitori di biscotti e di medicine e di marmellate, zoccoli fatti a mano e stivali di cuoio, macchinette per il flit e abiti per scimmie al circo, giocattoli e tantissimi arnesi da fabbro, da falegname, coltelli e martelli… disposti in ogni dove.
Guatelli era affascinato dalle storie che questi oggetti potevano raccontare e per tutta la vita ha compilato schede che informavano anche della storia delle persone collegate a quell’oggetto: di solito erano i donatori.
Ettore Guatelli
Ettore Guatelli non riuscì a vedere il suo progetto realizzato compiutamente, perché solo nel 2004, quattro anni dopo la sua morte, il museo è stato aperto al pubblico ed è diventato una fondazione culturale che prosegue la sua opera di sensibilizzazione verso la vita quotidiana delle persone e la cultura in tutti i suoi aspetti al di fuori delle accademie.